~ Dallo psicologo ci vanno solo le persone che hanno dei grossi problemi o che sono matte (?)
Questa purtroppo penso sia più un’affermazione molto comune che una domanda. Secondo me no: ci vanno le persone che hanno deciso di investire su di sé e sul proprio benessere, che hanno scelto di iniziare a fare meno fatica, smettendo di “tirare avanti” da soli, che vogliono di fare qualcosa affinché le loro giornate siano più belle.

~ Lo psicologo mi legge nel pensiero, mi psicoanalizza?
No, non ho ancora questa grande dote di leggere nella mente di chi ho di fronte. Tutt’al più posso osservare delle cose (movimenti, gesti, tono della voce, posizioni, sguardi…) che non saprò mai cosa significano davvero finché non sarete voi a dirmelo. Quello che ho molto chiaro è che nella stanza di terapia siamo due esperti: io sono l’esperta di come può funzionare la mente, e voi di voi stessi. Soltanto collaborando potremo crescere.

~ Lo psicologo mi dà consigli?
No, mai sentirete dalla mia bocca uscire qualcosa come “secondo me dovresti fare…”. Mai. È la mia prima regola d’oro. Credetemi, non ho veramente idea di quale sia la scelta migliore per voi, data la vostra storia, chi siete, le vostre preferenze, le vostre difficoltà, il vostro ambiente… L’unica cosa che posso fare è essere lì con voi mentre cercate una nuova soluzione. È certo più faticoso assumersi la responsabilità di scegliere per sé, piuttosto che appoggiarsi all’idea di qualcun altro, ma alla fine vedrete che troverete una posizione davvero molto più appagante e comoda, come quel bel vestito cucito su misura, perché avrà proprio la vostra forma.

~ Come fa lo psicologo a farmi cambiare idea?
Ecco, no, non ho così tanto potere. E soprattutto per me il lavoro non sta tanto nel cambiare idee e pensieri, quanto piuttosto nel sostenervi ad arrivare a fare scelte diverse da quelle che avete sempre fatto perché man mano inizierete a sentire qualcosa di diverso. Questo non è qualcosa che accade per via di qualche strana manipolazione, quanto piuttosto è il risultato delle nuove consapevolezze che potrete acquisire durante il percorso, della nuova energia che fluirà in voi e che sosterrà il vostro organismo in una nuova autoregolazione. Ovvero, il vostro corpo e la vostra mente hanno già in sé la capacità di trovare l’equilibrio, le proprie soluzioni… hanno solo bisogno di avere l’energia necessaria e di essere messi nelle condizioni migliori per poterlo fare.


Il terapeuta della Gestalt rifiuta il ruolo di “colui che fa cambiare” perché la sua strategia consiste nell’incoraggiare il paziente a stare dove si trova e ad essere quello che è. Il cambiamento piuttosto diventa possibile quando il paziente abbandona, almeno per il momento, cosa vorrebbe o dovrebbe diventare e si permette di diventare ciò che è.

Fritz Perls


~ Cos’è la psicoterapia della Gestalt?
La psicoterapia della Gestalt è il modo in cui vi sostengo, è l’insieme di insegnamenti sui quali mi appoggio per stare con voi e proporvi nuove esperienze, che poi per me è diventata proprio un modo di stare al mondo. Ci sono tante altre scuole di pensiero, come quella psicoanalitica, cognitivista, cognitivo-comportamentale, sistemico-relazionale… Ma la Gestalt è per me l’ambiente più adatto, perché credo che più di tante altre scuole mi sostenga nell’essere con voi come persona e meno come professionista in quanto insieme di teorie, in un rapporto il più possibile alla pari, fra due esperti, come già vi dicevo. Questo fa sì che, quando il lavoro funziona, non siate soltanto voi a crescere con me, ma anch’io a crescere con voi.

~ Con che frequenza e per quanto tempo ci incontriamo?
Soprattutto nel primo periodo la frequenza per me ideale delle sedute, della durata di un’ora, è una volta a settimana, perché in questo modo possiamo sostenere lo stabilirsi di una relazione fra di noi, e riusciamo a dare una maggior continuità al lavoro che facciamo insieme. Valuteremo insieme quando e con che modalità modificare la frequenza, mantenendo sempre il focus sull’utilità ed il senso terapeutico di questa scelta. La durata dell’intero percorso ovviamente non può essere definita a priori, posso garantire però che emergerà in voi in modo spontaneo il bisogno o il desiderio di chiudere quando sarà il momento di fare questo passo.

~ Lo psicologo può prescrivere farmaci?
No, né ora come psicologa, né fra qualche mese come psicoterapeuta potrò prescrivervi farmaci. L’addetto a questo lavoro è lo psichiatra, professionista che si è laureato in medicina e successivamente si è specializzato in psichiatria. Quello che posso fare io è suggerirvi una consulenza da uno psichiatra, qualora lo ritenga utile. Se la vostra sofferenza è tale da rendervi la vita davvero molto difficile, ed allo stesso modo rende difficile anche il nostro lavoro insieme, un sostegno farmacologico per un certo periodo di tempo può essere un buon alleato.

~ Perché andare dallo psicologo costa tanto?
Il compenso che generalmente chiedo, a meno di situazioni particolari che valuterò individualmente, è di 50€ a seduta, esente iva. Sono la prima che quando ha iniziato a lavorare si è chiesta come mai i compensi mediamente fossero così alti, e la risposta me la sono data con il tempo. È questo un lavoro che richiede un grande investimento energetico: la qualità della presenza con cui sto con voi ed il coinvolgimento in termini mentali ed emotivi, sia nel tempo della seduta, che in tutti gli altri momenti in cui rifletto sul lavoro che stiamo facendo, fanno sì che per me sia impossibile lavorare secondo il classico ritmo di 40 ore settimanali. Aggiungo inoltre i costi che ho per potervi accogliere in uno spazio confortevole, e quelli che riguardano il sostegno di cui ho bisogno da altri professionisti per svolgere al meglio il lavoro con voi. Infine c’è tutta la parte che riguarda le mie necessità personali, che comprendono l’avere una casa, una famiglia, poter fare la spesa, e soddisfare desideri e bisogni che garantiscano anche a me un buon grado di felicità e soddisfazione. Dunque in parole più semplici, affinché io mi trovi nelle condizioni migliori per sostenere voi, è necessario che, attraverso l’onorario che chiedo, anche voi sosteniate a me. Sarebbe altrimenti come sperare di avere un buon raccolto da un campo senza prendervene cura arandolo, seminando, dandogli acqua e nutriment